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giovedì 11 ottobre 2012

Un partito creativo - parte 1


Questo è per i folli. Gli anticonformisti. I ribelli. I piantagrane. I tasselli tondi nei fori quadrati. Quelli che vedono le cose in modo diverso. Che non amano le regole. Che non hanno rispetto per lo status quo.
Potete citarli, disapprovarli, glorificarli o denigrarli. Ma ciò che non potrete mai fare è ignorarli. Perchè loro sono quelli che cambiano le cose. Che fanno progredire l’umanità. E mentre qualcuno potrebbe definirli folli, noi ne vediamo il genio. Perchè solo coloro che sono abbastanza pazzi da credere di poter cambiare il mondo, lo fanno davvero.

Think different, Steve Jobs (1997)

Dal 4 al 7 Ottobre ho partecipato all’incontro di Formazione Politica organizzato dal Partito Italia Nuova a Firenze. Per quattro giorni si è respirata un’energia creativa che in ambito politico abbiamo dimenticato da troppo tempo. Il rischio che stiamo infatti correndo è che le nuove generazioni percepiscano la creatività come qualità indispensabile nell’opera di pittori e scrittori e vedano sempre di più la politica come un affare per ragionieri e commercialisti, dove intuizione e creatività sono di norma bandite. Ma una politica senza creatività, che si esaurisce nel “far tornare i conti”, è una politica già morta.
Ogni sera ho segnato sui miei appunti delle riflessioni che vorrei riportare qui. Le ho trascritte fedelmente, per cui mi perdonerete lo stile un po’ carente.

Un partito non dovrebbe cercare il “posizionamento sul mercato”, bensì il suo senso nella società. Questo significa che il partito non può limitarsi a considerare i desideri del popolo per poi prometterne il soddisfacimento in campagna elettorale, allo scopo di guadagnare consensi, ma deve essere in grado di creare una nuova società, più evoluta rispetto a prima. Lo scopo del partito non è governare più a lungo possibile, ma lasciare dietro di sé un mondo migliore.
Non punta sull’adesione, punta sull’evoluzione.

Nel nuovo modo di fare politica proposto dal Partito Italia Nuova lo scopo non è più persuadere, penetrando a forza nelle menti degli elettori, ma scoprire la direzione verso cui sta evolvendo la società e favorirne il cammino. In tal modo il PIN avrà comunque adempiuto al suo dovere, indipendentemente dal numero dei consensi, che potrà essere più o meno grande a seconda di quanto la società è pronta a balzare in avanti.
Un partito oggi non può limitarsi a presentare dei programmi (fiscalità, immigrazione, istruzione, politica estera, ecc), ma deve essere in grado di fornire una lettura alternativa della realtà, capace di rompere gli schemi e stabilire un nuovo equilibrio psicologico. Quando si tratta di governare un Paese è di psicologia infatti che dobbiamo parlare, prima che di economia e finanza. Il Partito Italia Nuova trasmette alle persone un nuovo paradigma conoscitivo, un nuovo modo di intendere la realtà, dove il cittadino è responsabile per quanto accade nella sua vita, per i suoi successi e per i suoi insuccessi.

I programmi di partito sono indispensabili, perché sono il suo collegamento con la società, ma sono solo la conseguenza del nuovo modo di percepire la realtà che il partito vuole trasmettere. Per esempio, se c’è una crisi in atto nella nazione, anziché limitarsi a fare dei conti per “risanare il bilancio”, il partito deve avere il coraggio di proporre un programma fiscale che tenga conto di come la società deve cambiare affinché le crisi possano venire superate (non evitate, il che è impossibile). I programmi non devono cioè provenire dal basso, ma dall’alto, dai principi. Non sono i problemi che devono far mutare i principi, ma i principi a essere applicati affinché risolvano i problemi. È come dire che se io sono un individuo che segue il principio dell’onestà, non inizio a rubare solo perché mi ritrovo senza soldi. Non muto mai il mio principio: se l’eventualità di rubare non rientra nemmeno fra le opzioni possibili, allora sarò costretto, per forza di cose, a inventarmi un’altra soluzione.
Per chi vuole approfondire il programma del PIN.

Il partito/governo è un ispiratore di valori, non un produttore di leggi. Il partito deve essere una guida emozionale, mentale e spirituale; deve agire sull’anima del cittadino colmandone i vuoti, solo allora verrà riconosciuto come reale leader del Paese e non solo come legiferatore e costrittore delle masse, un mostro da cui difendersi e a cui sfuggire.

Salvatore Brizzi

 


 
Armando Siri ospite ad Agorà su Rai Tre

Intervento di Brizzi per il Partito Italia Nuova a Torino

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